C’era una volta, nel Regno di eSwatini, una radio pronta a combattere contro il drago del monopolio dell’informazione. Sembra l’inizio di una favola per bambini, eppure è ciò che realmente accade nello Swaziland, un fazzoletto di terra di 17.363 kilometri quadrati situato nel profondo sud dell’Africa, nome ufficiale Umbuso waseSwatini. Nell’ultima monarchia assoluta del continente, capeggiata dal Re Mswati III, Lubombo Community Radio è in cerca di una licenza per trasmettere il suo palinsesto dedicato all’informazione sociale. Una licenza che, senza il possesso di un’adeguata strumentazione, potrebbe non essere concessa.
Lubombo Community Radio, un viaggio dalla regione del Lubombo in Italia
Lubombo Community Radio ha sede a Siteki – ad ovest delle montagne Lebombo – ed è la prima radio comunitaria del Regno. Gestita dall’organizzazione non governativa Lubombo Community Radio Initiative (LCR) garantisce un servizio di radiodiffusione sonora a carattere culturale ed etnico. Quello comunitario è un vero e proprio format alternativo alla radio commerciale e a quella pubblica, già presenti nello Swaziland ed entrambe government-oriented, che piacciono al governo. Nel Regno di eSwatini, secondo quanto riportato da UGISRai, il panorama mediatico è infatti «quasi monopolisticamente nelle mani del re», fatta esclusione per le uniche due testate private Agribusiness e The Nation. Neppure il panorama radiofonico dell’informazione sfugge all’approvazione della dinastia regnante.
«Esistono due radio in Swaziland. Una tratta argomenti religiosi mentre l’altra ha una funzione prevalentemente commerciale, incentrata soprattutto sulle dinamiche dell’ecoturismo» fa un resoconto Ermanno Becchis, trentenne poirinese che nel maggio 2017 ha trascorso del tempo nel distretto di Lubombo come aiutante reporter per l’inglese Wanderlust Travel Magazine. «Tuttavia, nessuna delle due assolve una funzione sociale, raccontando storie “di strada”. Lubombo Community Radio suggerisce invece come massimizzare il rendimento della terra, allevare al meglio il bestiame, prevenire la diffusione delle malattie sessualmente trasmissibili come l’AIDS, promulgare tecniche per la potabilizzazione delle acque. Ma anche consapevolizzare gli abitanti circa il ruolo della donna nelle comunità rurali e contrastare gli stereotipi» conclude Becchis, che tramite l’Onlus Cospe ha conosciuto Ambrose Zwane, fondatore dell’emittente. Portando la sua storia in Italia prima sulla rubrica “Interferenze” di Radio Rai 3 (audio disponibile nel link) e poi su Radio Ohm.
L’ottenimento della licenza: un grande passo avanti per la libertà di stampa e di parola in Swaziland
Le autorità locali sono piuttosto restìe a concedere una concessione gratuita per trasmettere in FM, modulazione di frequenza necessaria per trasmettere il segnale radio. E lo sono ancora di più se la radio in questione non possiede una propria strumentazione ma, come nel caso di Lubombo Community Radio, è costretta ad affittarla. Ecco perché sono necessari mixer, microfoni, antenne ed altri strumenti per ottenere una licenza per la trasmissione radiofonica duratura. Così la solidarietà internazionale si attiva, tramite operazioni di fundraising.
Per ulteriori informazioni, contattare la referente Cospe all’indirizzo mail pamela.cioni@cospe.org