Gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU 2030 a portata di blog
Da Greta Thumberg alla moda green, il nuovo decennio è nato sotto il segno dell’ecologia e della sostenibilità. L’ennesima moda hipster studiata dai ‘poteri forti’ – una non ben definita tanto quanto semplicistica concezione dei meccanismi decisionali che regolano il potere – per manipolare le nuove generazioni? Macché. Sono le priorità adottate dall’Agenda 2030 dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per favorire lo sviluppo sostenibile del nostro pianeta. E se pensate che l’aggettivo ‘sostenibile’ si applichi solo a piante e fiori, siete completamente fuori strada. Ma è anche vero che il movimento dell’(eco)sostenibilità, se non adeguatamente approfondito dagli organi di informazione, rischia di trasformarsi in un banale trend da scaffale del supermercato, perdendo così di vista la sua reale vocazione: ideare e applicare strategie per eliminare povertà e fame, proteggere la Terra dal degrado ambientale, garantire un equo progresso a tutti i Paesi del mondo, forgiare società pacifiche ed inclusive in un’ottica di collaborazione tra nazioni, portatori di interessi – i famosi stakeholder – e le persone.
La sostenibilità secondo l’Agenda ONU
Come già anticipato quello della sostenibilità non è un concetto del tutto nuovo o inventato di sana pianta dall’attivista svedese, a cui va comunque riconosciuto il merito di averlo reso cool tra le nuove generazioni. Di sviluppo sostenibile si inizia a parlare ufficialmente 33 anni fa con il rapporto Brundtland, che per primo definisce lo sviluppo sostenibile come un meccanismo “in grado di soddisfare i bisogni delle generazioni attuali senza compromettere la possibilità che le generazioni future riescano a soddisfare i propri”. Per intenderci, ad oggi stiamo consumando più risorse di quanto la Terra riesca a rigenerarne. In 365 giorni l’umanità consuma più di un pianeta e mezzo e ciò significa che, per rigenerare tutto quello che utilizziamo in un anno, la Terra ha bisogno di 1 anno e 6 mesi per rigenerarlo.
La natura universale dell’Agenda 2030, adottata dall’Assemblea Generale ONU nel settembre 2015 per affrontare povertà, disuguaglianze e altre sfide globali, e il suo impegno a ‘non lasciare nessuno indietro’, la legano strettamente al sostegno della pace nel mondo. (António Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite)
Alla luce di questo e altri dati, il concetto di sviluppo sostenibile ha iniziato ad evolversi descrivendo l’equilibrio virtuoso tra tre dimensioni: quella economica, quella ambientale e quella sociale, integrate con cinque elementi fondamentali, le ‘5P’.
- People, persone. Sostenibilità significa eliminare entro il 2030 fame e povertà, assicurandosi che tutti gli esser umani possano esprimere il proprio potenziale con dignità ed equità, in un ambiente sano.
- Planet, pianeta. Sostenibilità significa proteggere il pianeta dal degrado ambientale attraverso modelli sostenibili di produzione e consumo, gestendo responsabilmente le sue risorse naturali e agendo rapidamente sul cambiamento climatico, per supportare i bisogni delle generazioni attuali e future.
- Prosperity, prosperità. Sostenibilità significa far vivere agli esseri umani un’esistenza soddisfacente e il progresso economico, sociale e tecnologico deve avvenire in armonia con la natura.
- Peace, pace. Sostenibilità significa incoraggiare l’esistenza di società pacifiche, giuste ed inclusive, libere da paura e violenza: non può esserci sviluppo sostenibile senza pace e pace senza sviluppo sostenibile.
- Partnership, partenariato. I mezzi necessari per realizzare l’Agenda 2030 andranno mobilitati attraverso una rinnovata collaborazione globale focalizzata in particolare sui bisogni dei più poveri e vulnerabili.
17 obiettivi per un mondo migliore.
L’agenda ONU 2030 si articola in 17 obiettivi di sviluppo sostenibile chiamati SDGs, Sustainable Developement Goals, a loro volta declinati in 169 sotto-obiettivi da monitorare tramite una lista di 244 indicatori UNIAEG-SDGs (di cui 232 diversi) individuati dagli esperti dello United Nations Inter Agency Expert Group on SDGs. In Italia, l’Istat è chiamato dalla Commissione statistica delle Nazioni Unite a svolgere un ruolo attivo di coordinamento nazionale nella produzione dei suddetti indicatori per la misurazione dello sviluppo sostenibile e nel monitoraggio dei suoi obiettivi sul territorio nazionale. Periodicamente, quindi, l’Istituto statistico presenta un lavoro di aggiornamento come, ad esempio, il Rapporto SDGs 2019.
E io, cosa posso fare?
Sei un imprenditore? Puoi rendicontare l’andamento delle performance non finanziarie della tua impresa redigendo il Bilancio di Sostenibilità. In questo modo chiunque sia interessato a valutare l’andamento della tua azienda potrà prendere in considerazione anche l’impatto ambientale, il modo in cui tratti i dipendenti, fornitori e così via. Aumenterà così il grado di trasparenza complessiva dell’economia, la capacità di creare valore condiviso e, in ultima analisi, la redditività di lungo periodo dell’impresa stessa.
Sei un insegnante? Crea percorsi educativi dedicati allo sviluppo sostenibile per sensibilizzare le nuove generazioni alle interconnessioni tra dimensioni economiche, ambientali e sociali, anche nell’ambito delle discipline scolastiche tradizionali, come la storia e la geografia.
Sei un giornalista? Rendi l’opinione pubblica più consapevole del fatto che, in un mondo fortemente integrato, occorre una valutazione complessiva dei problemi. Anche questioni che vengono solitamente presentate come distanti, come le migrazioni e i cambiamenti ambientali, sono in realtà strettamente interconnesse.
Sei uno studente? Partecipa al cambiamento globale facendoti portatore del cambiamento. Vai sul sito delle Nazioni Unite dedicato agli obiettivi di sviluppo sostenibile. Lì ci sono moltissime idee da mettere subito in pratica, anche mentre sei comodamente seduto sul divano di casa. Puoi inoltre scaricare l’app, darti un obiettivo e invitare i tuoi amici a fare altrettanto.