«No alle disparità di trattamento. Chiediamo l’applicazione del modello danese»
Arriva in Italia il movimento che accende i riflettori sulle coppie binazionali non coniugate e separate dal Covid-19
Se le coppie italiane hanno dovuto pazientare pochi mesi per riabbracciarsi e quelle residenti nell’Area Schengen hanno potuto solo di recente festeggiare il ricongiungimento, per gli italiani che hanno intrapreso una relazione con un/una cittadino/a di paesi al di fuori quest’area non si intravede ancora la luce alla fine del tunnel. È per dare voce a queste coppie, anche loro “affetti stabili” – seppure non coniugati – che nasce il movimento #LoveIsNotTourism per l’Italia.
«La scelta di chiudere le frontiere per contrastare l’emergenza sanitaria è stata, ed è tuttora, comprensibile e necessaria. È stato di vitale importanza porre un freno al turismo per proteggere i nostri cari e noi stessi. Ma l’amore non è turismo e una relazione stabile non può essere equiparata ad una vacanza estiva» riporta Andrea Iannozzi, portavoce del movimento #LoveIsNotTourism Italia. L’Italia ha assunto fin da subito lo scomodo ruolo di apripista nella battaglia al Coronavirus e le inevitabili misure di sicurezza intraprese nel nostro Paese in primis e successivamente nel resto del mondo hanno pesantemente gravato non solo sulle imprese, ma anche sulle famiglie e le coppie separate dai confini Schengen.
«In un mondo in cui la globalizzazione è totale e le coppie con partner non coniugati di diversa nazionalità sono sempre più numerose, il diritto di ricongiungerci ci viene negato nonostante gli Articoli 2 (2) e 3 (2) (b) della Direttiva 2004/38/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio. Eppure, le nostre relazioni non valgono di meno di quelle delle coppie sposate o di quelle certificate da un documento che ne attesti l’unione civile. L’amore dovrebbe essere considerato un motivo essenziale per viaggiare e consentire ai cittadini non UE di entrare nell’Unione (+ Stati associati) insieme a tutti gli altri viaggiatori essenziali consentiti, come lavoratori transfrontalieri, passeggeri che viaggiano per motivi familiari imperativi, assistenza sanitaria personale ecc.».
Il movimento chiede al Governo Italiano l’elaborazione di provvedimenti ad hoc che favoriscano il ricongiungimento delle suddette coppie, nel pieno rispetto delle misure di sicurezza che si renderanno necessarie. «Chiediamo che il ricongiungimento tra partner non sposati venga considerato una ragione essenziale per l’ingresso da paesi terzi, quindi vista l’Ordinanza del Ministro della Salute 28 marzo 2020, di concerto con il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, dell’Ordinanza del 22 marzo 2020 adottata congiuntamente dal Ministro della Salute e dal Ministro dell’Interno e del Dpcm 22 marzo 2020, che il cittadino non comunitario esibisca un certificato attestante la negatività al Covid-19 mediante un test effettuato non oltre le 72 ore antecedenti al viaggio oppure, in caso di impossibilità ad ottenere il suddetto test, si sottoponga a quarantena per un periodo di 14 giorni».
Danimarca, Austria, Norvegia e Olanda hanno dato ascolto alle battaglie del movimento. E i leader internazionali si mobilitano.
I governi di Danimarca (27 giugno), Austria (9 luglio), Norvegia (10 luglio) e Olanda (17 luglio) hanno già provveduto a rispondere all’azione di #LoveIsNotTourism inserendo le coppie aderenti al movimento tra quelle esenti dal divieto di ingresso. Ad oggi la lista è in costante aggiornamento, chiaro segnale che anche per l’Italia è ora di prendere una posizione. Su Twitter, non è mancato il sostegno di Ylva Johansson, Commissaria UE per gli Affari Interni, che esorta e autorità degli Stati Membri e le compagnie di viaggio ad allargare l’esenzione per le famiglie anche ai partner. A supportare la causa anche i parlamentari UE Brando Benifei (PD), Patrizia Toia (PD), Katarina Barley (Vicepresidente del Parlamento Europeo), Adina Ioana Valean (Capo Commissione Trasporti), Adalbert Jahnz (Portavoce Immigrazione) e Rasmus Andresen (Eurodeputato). Si sono mostrati altrettanto attivi i parlamentari tedeschi Katja Leikert (CDU), Andreas Steier (CDU), Konstantin Kuhle (Free Democratic Party), Johannes Vogel (Free Democratic Party), Dieter Janecek (Green Party), Erik Marquardt (Green Party), Anna Cavazzini (Green Party), Franziska Brantner (Green Party), Stefan Liebich (Die Linke) e infine Moritz Korner (Free Democratic Party), che in data 3 luglio ha inviato una lettera al premier Giuseppe Conte. Un ulteriore contributo alla causa è arrivato in data 14 luglio con l’interrogazione di Andrea Delmastro Delle Vedove. Infine, il partito italiano +Europa ha scelto di aderire e supportare la campagna.
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Contatti
Referenti #LoveIsNotTourism ITA:
Andrea Iannozzi
Lorenzo Bellone
Claudia Martore
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Press inquiries:
Alessandra Leo
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