L’identikit del volonturista

Da sola, la voglia di viaggiare fa di te un turista, non un viaggiatore. Scopri se hai le carte in regola per il tuo primo campo di volontariato

L’identikit del volonturista. Sono ancora molti, troppi gli aspiranti volonturisti che idealizzano una specie di vacanza low-cost, in cui barattare qualche ora di lavoro in cambio di vitto e alloggio. Uno degli stereotipi più in voga, inoltre, vede il campo di volontariato come una sorta di Valhalla senza regole, e il volontario come un hippie di nuova generazione. Con annessi e connessi, come il dilatatore all’orecchio e il capello rastafariano. Stupirà sapere che non è necessariamente così e che una convivenza armoniosa richiede alcuni elementi fondamentali: flessibilità, pazienza, ma soprattutto un atteggiamento positivo. Caratteristiche fondamentali per la buona riuscita del workcamp.

L’identikit semiserio del turista-volontario. Ce l’ho, ce l’ho, manca!

Curiosità. Il volonturista ama conoscere nuove culture, sperimentare nuovi modi di vivere, uscire dalla propria comfort zone. È incuriosito dai nuovi sapori, che non necessariamente apprezzerà, ma che di certo non rifiuterà di assaggiare. Ascolta volentieri le storie altrui e le barriere linguistiche non sono un problema, ma un’opportunità per migliorare le proprie abilità. E non solo. Se le novità ti spaventano e ti impaurisce interagire con persone nuove, diverse da te, è questa l’occasione per uscire dal guscio. O rischiare un attacco di panico.

Spirito d’adattamento. Il volonturista si ritrova a convivere con molte persone provenienti da tutto il mondo e questo implica una certa flessibilità. Non può aspettarsi di vivere in una reggia né tanto meno seguire la dieta di casa, dovrà munirsi di tappi alle orecchie per sopportare eventuali compagni di stanza russanti (siccome avrà il 50% di probabilità di trovarne uno/a). Se vuoi mettere alla prova te stesso/a, sfidando i tuoi limiti, un campo di volontariato è quello che cerchi. Inoltre, come volonturista, non sempre troverai il bagno libero. Ma sul capitolo Privacy nel bagno, i trucchi per la sopravvivenza dovrei scrivere un pezzo a parte – cosa che non farò, altrimenti non troverei più il bagno libero io.

Altruismo. La capacità di prendersi cura degli altri, oltre che di se stessi, è fondamentale per un volontario. Qualunque tipologia di campo di volontariato si scelga, è importante sentirsi realmente partecipi della causa per cui si sta lavorando, altrimenti si rischia di non apprezzare l’esperienza. Come già detto, non esiste solo il volontariato con i bambini dei paesi poveri, anche se è quello più tristemente popolare tra le star e sui social. Perciò, con un così ampio ventaglio di possibilità, è bene scegliere la causa più vicina ai propri ideali e soprattutto alle proprie competenze, dedicandovi anima e corpo. Nel gruppo, meglio non pensare unicamente alle proprie esigenze ma anche a quelle delle altre persone, sacrificandosi se necessario. Una routine felice per gli altri, senza malcontenti repressi, renderà più felice anche la tua quotidianità. Regola numero uno per qualunque tipo di convivenza, certificata da mamma e papà, fidanzate, fidanzati e via discorrendo.

Empatia. Ogni persona ha il proprio background culturale, inclinazioni caratteriali uniche, bisogni personali. È importante non imporre la propria routine su quella altrui e lasciare agli altri volontari il giusto spazio, in ogni senso possibile. In senso fisico, è buona norma non invadere con le proprie cose le aree destinate agli altri volontari. Vestiti sporchi, spazzolini e altri oggetti personali vanno tenuti accanto a sé, mai sparsi in giro. Bisogna tenere conto anche degli spazi “figurativi” che molte persone necessitano. C’è chi non si fermerà mai, proponendo continuamente attività in comune, e chi ogni tanto avrà bisogno di solitudine e silenzio. Non è il caso di prendersela e neppure escludere i più solitari dai momenti di divertimento. Se il/la tuo/a compagno/a di stanza si mette l’mp3 alle orecchie e “sparisce” per più di 5 minuti, non è morto, sta solo ricaricando le batterie. Se sparisce per più di 5 ore, forse è meglio riferirlo al campleader. E porsi due domande sul perché sia scappato.

Essere decisi. Sì o no. Se è sì perché, se è no, quali soluzioni alternative esistono. Fare sentire la tua voce, seppure prestando attenzione a quella dei compagni d’avventura, è molto importante in un campo di volontariato. Ti piacerebbe fare qualcosa di diverso dalle solite attività? Proponine una nuova. C’è qualcosa che ti fa stare male, pregiudicando la serenità del tuo soggiorno? Parlane con i diretti interessati, oppure con il coordinatore. Ti viene chiesto di esprimere una preferenza? Non avere paura di esporti, senza importi. Partecipare ad un campo di volontariato è un’ottima chance per sconfiggere l’insicurezza e imparare a conoscere te stesso/a, interponendo una sana distanza dagli altri. Occhio a non prenderci gusto e trasformarti in una sorta di dittatore narcisista e psicopatico.

Pulizia. Se l’ultima volta che hai preso una scopa in mano è stato per fingere di giocare a Quidditch, se la peggiore punizione ricevuta nella tua vita è stata l’obbligo di lavare i piatti dopo cena, preparati ad un forte shock psicologico. Normalmente è il campleader a stabilire una equa tabella di marcia delle delle pulizie, ma è auspicabile che ogni volontario provveda autonomamente a pulire il proprio spazio. Usi la doccia? Lasciala pulita per chi la utilizzerà dopo di te. Hai una lunga e folta chioma? Evita di spargerla sul pavimento quando asciughi i capelli. Dopo esserti lavato/a i denti, abbi cura di pulire il lavandino ed evitare di lasciare lo sputacchio di dentifricio, non sei un lama. Queste piccole accortezze renderanno più facile, e igienica, la convivenza con i compagni. Quando dovrai dividere la doccia con 20 persone, ma la troverai comunque pulita, ringrazierai che qualcuno abbia tenuto a mente questa regola.

Infine, l’intraprendenza. Non aspettare che siano gli altri a dirti cosa fare, quando farlo e come. Prendi coraggio e vivi al meglio il tuo primo campo di lavoro. Sarà un’esperienza indimenticabile.

Ti è piaciuto questo pezzo? Condividilo!

2 thoughts on “L’identikit del volonturista

  1. Ciao, intento ti faccio i complimenti per il blog, davvero un bel lavoro di scrittura per comunicare un tipo di esperienza che condivido a pienissimo.
    Sono un ragazzo che ha preso parte al primo workcamp nel 2016, in Galles. Da lì ne ho subito continuato con altri due di fila, avendo appena finito il liceo ho dedicato circa 2 mesi e mezzo dell’estate 2016 ai campi! Poi da lì ne ho fatto un’altro nel 2017 ed un’altro quest’estate, in Russia.
    Devo dire che sono un esperienza che mi ha quasi cambiato la vita, proprio nel senso del modo di vivere e vedere le cose.
    Come se mi sentissi come completato ed internamente estremamente appagato durante questo tipo di esperienza. Ogni giorno è vissuto al suo pieno, imparando, scambiando, contribuendo insieme al bene comune.
    Una cosa che vorrei appuntare è sulla diatriba che ogni tanto sembra venirne fuori, che connota negativamente chi fa volontariato internazionale, utilizzando il termine “volonturista”. Volevo solo dire che come esistono i cattivi turisti, che viaggiano solo superficialmente, non rispettano le persone ed il posto in cui si trovano, esistono allo stesso modo i cattivi volontari. E questo neo-logismo ha assunto, a quanto sembra, una connotazione negativa. Ma penso anche tu faccia benissimo ad averlo come titolo del tuo blog, in quanto, di base è l’unione tra il termine volontariato e turismo, di cui la seconda di per se vuol dire un viaggio per scopi culturali o di mero svago; con i dovuti accorgimenti in rispetto dell’ambiente non c’è nulla di più bello) E poi essendo ora controverso fa fruttare qualcosa con le visualizzazioni che, condividendo il tuo progetto ti auguro xD.
    Un super in gamba per continuare a postare e cambiare il mondo!

    1. Ciao Samuele, il tuo commento mi ha fatto davvero molto piacere e sono felice che tu abbia compreso le ragioni nascoste dietro alla scelta di questo titolo. Serviva un qualcosa di semplice, orecchiabile ed intuitivo, facile da ricordare. Hai raccontato di avere tanta esperienza nel mondo dei campi di volontariato: sarebbe molto bello se condividessi anche tu la tua storia. Puoi contattarmi su postmaster@volontourism.it e possiamo parlarne in privato. Un saluto, Alessandra.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *