Silius e la sua Consulta giovanile ‘in giogu’

Nell’entroterra sardo, i giovanissimi del gruppo Moreno Caredda si raccontano in un workcamp dedicato all’inclusione.

Nel cuore del Gerrei, a 50 chilometri da Cagliari, vive una piccola città chiamata Silius. Ad abitarla sono poco più di 1.200 siliesi che, generazione dopo generazione, hanno costruito un’economia strettamente connessa all’agricoltura, alla pastorizia e all’estrazione mineraria. Questa attività, in particolare, ha segnato  le vite di molti di loro: se da un lato le miniere hanno offerto lavoro a molti siliesi e non, dall’altro hanno mietuto non poche vittime all’interno della comunità. Quasi ogni famiglia, raccontano, ha subito almeno un lutto a causa di quel «maledetto buco» che da secoli continua immutabilmente ad estrarre fluorite dal sottosuolo. Ma i ragazzi della consulta giovani Moreno Caredda non ci stanno. Loro vogliono riscattare l’immagine di un paesino per troppo tempo rimasto schiacciato dall’ombra di una Sardegna più “patinata”, fatta di vip e spiagge paradisiache. Una Sardegna costruita su misura per turisti altospendenti, lontana dalle vere tradizioni Made in Sardinia.

La Sardegna vera, quella impregnata di storia, riposa nell’entroterra dell’isola. E i giovani di Silius, orgogliosi, la svelano volentieri tra un assaggio di porceddu e un tocco di pane pistoccu.

La Consulta Giovani di Silius

La consulta giovanile locale Moreno Caredda è un’organizzazione senza scopo di lucro, che da qualche anno si propone come un punto di riferimento per i giovani di Silius. I membri del gruppo hanno tra i 15 e i 27 anni e, grazie alle loro attività inclusive, mirano a coinvolgere quanti più ragazzi possibili. Lo fanno dando vita a uno spazio interattivo in quest’area dalla forte impronta rurale, così lontana dalle reti delle grandi città. Un’area in cui la voce dei giovani rimane spesso inascoltata. Ma c’è dell’altro. «La nostra consulta è intitolata alla memoria di Moreno, un ragazzo che ha avuto problemi con la droga. Per lui era particolarmente importante dare vita a questa realtà, per tenere i ragazzi lontani da stili di vita sbagliati. Quando è venuto a mancare, Moreno ci aveva già lasciati con le mani in pasta» racconta Antonio, classe 1999, presidente dell’associazione. Nonostante la giovane età e gli impegni di studio e/o lavorativi Antonio, Karen, Mara e molti altri organizzano giochi, laboratori e workshop per coinvolgere i siliesi di ogni età. Per creare connessioni. Per far sì che mai più nessuno si senta solo.

È per cooperare nell’organizzazione dei giochi rionali “Bixinausu in giogu”, vicinato in gioco, che entra in scena un team di volontari provenienti da Italia, Francia, Germania, Russia e Spagna.

I volontari e la comunità locale festeggiano la fine dei Bixinausu in Giogu. Vincitore 2018, il team delle Pardulas.

Tre squadre, formate in base al rione di provenienza, si affrontano per tre giorni in prove di ogni genere. Dai tornei  di carte alle prove atletiche, passando per i giochi d’acqua, giovani e meno giovani hanno l’opportunità di contribuire alla vincita del proprio rione. Il team giallo, quello delle Pardulas, prende il nome dai tradizionali dolcetti sardi meglio conosciuti come formaggelle. Nella versione di Silius contano un grande numero di plissettature della pasta, particolarmente difficili da realizzare. La squadra verde è invece quella delle cosiddette Caronas, pietre dalla singolare forma a mezzaluna che si trovano nei dintorni e che si dice rappresentino una rana e un corvo in lotta tra loro. Il terzo gruppo, quello dei Castellanus, gareggia con il colore rosso e ispira il suo nome al più famoso Castello dei Sassai – detto anche Castello Orgugliusu.

Castello Orgugliosu

Il rudere-simbolo dell’antico Giudicato di Cagliari è ora un’attrazione turistica arroccata su un impervio e caratteristico altopiano. «Quando eravamo piccoli venivamo a giocare proprio qui, nei dintorni del forno. Gli archeologi avevano ritrovato alcuni manufatti preziosi, in più circolavano delle leggende sul fantasma di una certa cortigiana. Insomma ci improvvisavamo studiosi alla ricerca di ricchezze e misteri» raccontano i siliesi. Secondo quanto riportato dai quotidiani locali nell’agosto del 2005 sarebbero stati stanziati 550mila euro di fondi destinati al suo recupero, oltre che alla creazione di un vero e proprio itinerario turistico, da snodare tra le bellezze del Gerrei. Il progetto non è tuttavia ancora stato realizzato, e le targhe esplicative rimangono scritte unicamente in lingua italiana.

Con l’arrivo dei volontari vorremmo portare un tocco di internazionalità in questo paese, invitando i giovani e meno giovani ad uscire dalla comfort zone e stimolandoli ad allargare i propri orizzonti. Mettendosi in gioco, cercando nuove vie per comunicare.

A Silius gli abitanti sono legati da vincoli affettivi e, in molti casi, di parentela. Ciò li rende una comunità particolarmente unita e tutti – superati i primi scogli linguistici e le timidezze iniziali – con la loro straordinaria gentilezza hanno fatto sentire i volontari Anastasia, Amaury, Carina e Marta parte integrante della loro piccola-grande famiglia. Dal primo momento, quando i ragazzi sono stati accolti con una variegata cena di benvenuto, quella siliese si è dimostrata un’accoglienza pura e genuina, che non conosce barriere interculturali.

Nome del workcamp: Silius together

Tipologia: FEST, KIDS, SOCI

Organizzazione: YAP Italia

Immagine di copertina: Is Alinos, la sorgente e il parco. © Comune di Silius.

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